(da OLTRE LA SIEPE)
L’acccusa del vento
E’ precisa. Scuote l’alba,
Riverbera, tuono viola
Sui ciottoli.
La città che i forzati
Del tempo – denaro
Chiamano eterna
Tornerà uguale a dirmi
Versi ottusi di clacson
Cellulari facs E-mail.
Il giorno correrà per molti
Su un video già riavvolto, spento
Da poco, insieme al sonno.
La strada m’interroga, verde neon
Ancora ferma in salita. Paziente
Sedimenta memorie di foglie
Ocra e resti bruciati di plastica.
Vivo, non ho certezze, solo
Vorrei tentare suoni e geometrie
Di parole in equilibrio.
L’ora cade ripida. Ognuno attende,
Eroe o pavido, di gettarsi,
Tra poco, nella mischia.